da OTTOBRE ad APRILE – regia GIOVANNI NARDONI

DA OTTOBRE AD APRILE


Le Troiane

da Euripide e Seneca

regia Giovanni Nardoni

adattamento Giovanni Nardoni e Tiziano Di Sora

una produzione Velia Cecchini – Officine Teatrali

SINOSSI

Come è possibile non essere infastiditi dalle tante parole che vengono sprecate da coloro che inorridiscono, ma non agiscono, di fronte alla violenza sulle donne, o alla discriminante di genere? Come ci si può unire al coro che innalza al cielo sbiadite bandiere di pace e marcia stanco e urla contro la guerra, mentre è silente davanti ad orrori che i conflitti generano in tante parti dimenticate del mondo? Ho scelto la grande poesia di Euripide per tentare di veicolare alcune risposte a queste terribili domande: la guerra e le sofferenze dell’essere nati donne. L’allestimento sarà totalmente privo di sovrastrutture estetiche e intellettuali, ma risponderà solo a un semplice quesito: cosa posso fare io, essere vivente di sesso maschile, per capire realmente e dunque non combattere le differenze che mi separano dall’universo femminile? La semplice risposta viene, come sempre, dalle nostre radici culturali. Costringerò me e i miei colleghi a calarci nella comprensione di tutti quei sentimenti espressi da questi immensi personaggi femminili, davanti alla guerra e agli orrori da essa creati. Un allestimento di uomini che umilmente chiedono attraverso le parole di Euripide di fare un passo avanti nella solidarietà, nella distruzione delle differenze che sono sempre state il solo e unico calvario dei più deboli.

“A tutte le incredibili donne della mia vita”

NOTE DI REGIA

Da sempre la mia battaglia è stata salvaguardare la scelta che ogni frammento della mia esistenza, ogni lacrima o sorriso non abbia il diritto di essere un momento privato. Per me, essere uomini e donne che hanno la fortuna di poter vivere una diversa percezione della realtà, ci impone un amaro obbligo nei confronti della società; non possiamo tacere, non possiamo non usare la nostra vita per rendere tangibili quelle sensazioni, quelle intuizioni che ci bombardano la consapevolezza in ogni nostro istante. Dunque, come posso tacere, io, figlio del Sessantotto, del crudo terrorismo ideologico, del femminismo e delle lotte sociali, davanti a questo scempio, questa nuova epoca della barbarie. Certamente sono un amante piegato di fronte al trono indiscusso della Parola, la amo, e questo può rendermi un uomo difficile e ingombrante. Ma è il prezzo che si è costretti a pagare. Come posso tacere ascoltando false parole di pace, buoni propositi drogati da indagini di mercato e da algoritmi costruiti per definire il gradimento. Come posso tacere davanti agli inutili tentativi di salvaguardare il mondo dall’autodistruzione! Come posso tacere, costretto a digerire i falsi propositi, lanciati a reti unificate, dei Poteri che ci governano, mentre fingono una sensibilità che non va d’accordo con il loro egoismo che è, indiscutibilmente, la loro unica caratteristica formante. Come posso non inorridire quando ascolto e vedo donne gestire il potere e farlo utilizzando i peggiori strumenti messi in campo da noi uomini, sbandierando una uguaglianza che nei fatti non si preoccupano di realizzare. E, infine, come posso vivere, soffocato in una realtà globale che ostenta una libertà a catena, costretto come un cane a difesa del territorio e soggiogato all’illusione di vivere in completa autonomia mentre la mia capacità di movimento non dipende realmente da me ma da quanti metri è lungo questo laccio formato da anelli di pregiudizi, banalità e
violenze che mi stringe il collo, lasciandomi sempre a un passo da una lucida ma amara consapevolezza. Come posso non essere infastidito dalle tante parole che vengono sprecate da coloro che inorridiscono, ma non agiscono, di fronte alla violenza sulle donne, o alla discriminante di genere, o all’abbandono generazionale che gli adulti stanno perpetrando nei confronti dei loro figli. Come posso unirmi al coro che innalza al cielo sbiadite bandiere di pace e marcia stanco e urla contro la guerra in Ucraina, mentre è
silente davanti ad orrori che i conflitti generano in tante parti dimenticate del mondo. E per tutto questo le parole mie sovrane si annichiliscono e nasce la voglia, l’esigenza di ricordare come tutti questi orrori non sono il frutto di un secolo, o di una generazione,
ma della reale condizione umana. Ho scelto, dunque, la grande poesia di Euripide per tentare di veicolare alcune sue risposte a queste terribili domande e mi impongo di non inoltrarmi nel dare inutili spiegazioni. Ecuba, Andromaca, Cassandra e il coro degli ultimi, espresso nel dolore e nella dignità dalle donne troiane vinte in una inutile guerra, lo faranno decisamente meglio di me.
Per questo l’allestimento che ne farò sarà totalmente privo di sovrastrutture estetiche e intellettuali ma risponderà solo a una semplice domanda: cosa posso fare io, essere vivente di sesso maschile, per capire realmente e dunque non combattere le differenze che mi separano dall’universo femminile? La semplice risposta viene, come sempre, dalle nostre radici culturali.
Costringerò me e i miei colleghi a calarci nella comprensione e dunque vivere, tutti quei sentimenti espressi da questi immensi personaggi femminili. Un allestimento di uomini che umilmente chiedono attraverso le parole poetiche di Euripide di fare un passo avanti nella solidarietà, nella distruzione delle differenze che sono sempre state il solo e unico calvario dei più deboli. Voglio chiudere riportando un pensiero del nostro grande Pier Paolo Pasolini: “Le parole possono essere la peggiore ulcerazione della lingua se non diamo a queste la possibilità di tramutarsi in una consapevole azione.”

Giovanni Nardoni

BIBLIOGRAFIA

– EURIPIDE, Le troiane
L. A. SENECA, Le Troadi
E. CERBO, La monodia di Cassandra (Eur. Troad. 308-340) fra testo e scena, in «Quaderni Urbinati
di Cultura Classica», N.S. n. 93, 2009, pp. 85-96
V. DI BENEDETTO, Euripide: teatro e società, Einaudi, Torino 1971
M. DYSON-K.H. LEE, Talthybius in Euripides’ Troades, in «Greek, Roman and Byzantine Studies»,
n. 41, 2000, pp. 141-173
A. SUTER, Lament in Euripides’ Trojan Women, in «Mnemosyne», n. 56, 2003, pp. 1-28

 

– Velia Cecchini Officine Teatrali –

Teatro Golden


Via Taranto, 36 – 00182 Roma RM
(Metro A, fermata San Giovanni, Re di Roma)
 

Programmazione


da OTTOBRE ad APRILE

 

Info e prenotazioni


ritrattidautore2014@gmail.com
Giovanni +39 339 7744521
Teodoro +39 348 3697298
 

Prezzi biglietti


prezzo unico € 10

Teatro Golden


Via Taranto, 36 – 00182 Roma RM
(Metro A, fermata San Giovanni, Re di Roma)
 

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Giovanni +39 339 7744521
Teodoro +39 348 3697298
 

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