da OTTOBRE ad APRILE – regia GIOVANNI NARDONI

da OTTOBRE ad APRILE


“RITRATTI”

Giacomo Leopardi: la malinconia dell’anima

Giacomo Leopardi non è solo sentimento poetico, ma anche e soprattutto pensiero, e nell’immensa opera dello Zibaldone l’autobiografia si fa rigorosamente intellettuale, e le note esistenziali, attinte dalla vita privata, vengono immediatamente ricondotte a un più generale sistema filosofico, facendo emergere non una biografia, ma una sorta di opera antropologica dove, in un’epoca di Storicismo diffuso, Leopardi si attesta su posizioni nettamente antistoricistiche, nella convinzione che l’incivilimento costituisca una perdita progressiva della vera natura dell’uomo, deprivato via via del suo originario istinto e vitalismo.

Il dolore, la noia, la natura, la morte, ampiamente trattati nello Zibaldone, trovano poi nelle Operette Morali la loro naturale sintesi: l’irrimediabile infelicità umana, dove la personale sofferenza del poeta testimonia precocemente l’invivibilità di un mondo consegnato alle presunzioni della ragione, della scienza e del progresso.

Da questa condizione dipende il fondamentale concetto di Natura dominante nelle Operette, come in tutto il resto dell’opera, troppo spesso semplicemente ridotta dalla critica ad una successione di fasi legate al diverso grado di pessimismo leopardiano, come rapporto tra un prima, quando la Natura appare come madre benigna, e un dopo, quando appare come cattiva matrigna: in realtà la Natura è assieme salvezza e condanna, origine di quell’autentica morte esistenziale che è la Malinconia.

Allo stesso modo si è parlato e scritto tanto della sua Virile e Titanica capacità di resistenza contro l’avverso destino, espressa nell’ultima fase creativa della sua vita, ma in fondo queste poesie rappresentano soltanto l’esasperazione del disperato narcisismo leopardiano, chiuso nel vicolo cieco della volontà assoluta d’amare e dell’impossibilità di articolare, in un minimo di rapporti reali, questa volontà. E allora come sintetizzare scenicamente una tale complessità di opera sia poetica che filosofica?

Attraverso i Ricordi, l’Immaginazione, ma soprattutto il Dolore. Una rappresentazione scenica certamente non statica, dove l’infinita profondità dei versi leopardiani si fonderà con la prosa arguta ed elegante, in un intrigante gioco tra voci recitanti, emozioni e ricordi personali, proiezioni video e l’immancabile esecuzione musicale dal vivo del maestro Bernardo Nardini.

Giovanni Nardoni

CANTI:

L’infinito, Il passero solitario, A Silvia, Ultimo canto di Saffo, La ginestra, Canto notturno di un pastore errante dell’Asia, A se stesso, A morte la minestrina.

OPERETTE MORALI:

Dialogo di un venditore di almanacchi e di un passeggere.

Dialogo della Natura e di un Islandese.

Dialogo della Morte e della Moda.

BRANI SCELTI DA:

Lettere da Roma, Pensieri, Zibaldone

TESTI CRITICI:

“Emozioni a Roma” a cura di Giulia Alberico; “Leopardi” di Pietro Citati; “Oltre il nulla” di Franco Cassano; “Storia della letteratura italiana” a cura di Elio Gioanola; “All’apparir del vero” di Rolando Damiani; “G. Leopardi” di F. De Sanctis

Teatro Golden


Via Taranto, 36 – 00182 Roma RM
(Metro A, fermata San Giovanni, Re di Roma)
 

Programmazione


da OTTOBRE ad APRILE

 

Info e prenotazioni


ritrattidautore2014@gmail.com
Giovanni +39 339 7744521
Teodoro +39 348 3697298
 

Prezzi biglietti


prezzo unico € 10