da NOV 2019 a MAR 2020 – regia GIOVANNI NARDONI

da novembre 2019 a marzo 2020


Antigone

Note di regia

“Poichè la legge è signora degli uomini e non gli uomini signori della legge”

(Platone settima lettura)

La storia di Edipo costituisce il soggetto di molte tragedie nell’arco di tutta la produzione teatrale Attica.

Ma il tema dell’incesto è affrontato, come è noto, solo nell’Edipo re, in tutte le altre Tragedie il principale nodo drammatico è costituito invece dal rapporto sconvolto di Edipo con i figli e dalle tragiche conseguenze della lotta per l’eredità e il potere. E’ in questa linea che si inserisce il recupero della figura di Antigone da parte di Sofocle. Quindi spetta a Sofocle il merito di aver introdotto le figlie di Edipo sulla scena Attica e di aver attribuito ad entrambe, ma soprattutto ad Antigone, una personalità distinta e un ruolo definito.

Il nodo nevralgico dell’Antigone di Sofocle è costituito dall’interdizione posta da Creonte alla sepoltura di Polinice reo di aver assalito con le armi la propria patria. Per Sofocle la responsabilità di Polinice sembra fuori discussione, ma la sostanza della discriminazione – il divieto della sepoltura – assume un rilievo eccezionale nell’ambito della sua performance tragica e mette in crisi l’autorità stessa della polis e delle sue leggi. Quindi nell’Antigone il dramma è il dramma della città e della famiglia, dell’Oikos e della Polis. La famiglia chiede alla città la restituzione di un corpo che le appartiene, perché sia consegnato alla pietà dei parenti e ricondotto nell’ambito esclusivo dell’Oikos, mentre la città chiede alla famiglia di rispettare il suo divieto per non turbare l’equilibrio dello stato di diritto.

Dunque spazio privato e spazio pubblico entrano in conflitto. Antigone si batte in nome di un comandamento morale, in nome di quelle “leggi non scritte” che le impongono di seppellire il fratello per onorare la Pietas verso i morti. Creonte difende un principio giuridico con l’ostinazione di chi ritiene che nessuna legge morale possa elevarsi al di sopra della legge e dello stato. Entrambi hanno torto, Antigone perché di fatto trasgredisce la legge, Creonte perché di fatto offende la pietà. Non c’è dunque via d’uscita e Sofocle lo dimostra sacrificando entrambi i protagonisti all’inconciliabilità delle loro posizioni: facendo morire Antigone e distruggendo – con simbolico contrappasso – l’intera famiglia di Creonte

“portatemi via, portatemi lontano, io non esisto più, io non sono più nulla” questa la battuta di chiusura di Creonte che sottolinea sia una duplice sconfitta sia – e su questo la grande attualità di questa tragedia – un contrasto irrisolvibile che assolutizza le due posizioni.

Quindi la mia esigenza di intellettuale, di regista e di attore – nel ruolo di Creonte è portare del mio pubblico come sia fortemente contemporaneo e sentito il dramma di questo contrasto (altri due grandi autori teatrali – Anouilh e Brecht – in un periodo di grande crisi politico-sociale riscrivono e reinterpretano la tragedia sofoclea.

La domanda che io i sono posto:

dove il Potere in buona fede o mentendo per ottenere i suoi privilegi sottomette il bene dei cittadini a favore di quello dello Stato o addirittura dei suoi interessi personali?

Non ho cercato in nessun modo di dare una risposta nel mio allestimento ma ho tentato in un lacerante silenzio – per la prima volta nella mia carriera non ho usato una colonna sonora ma solo l’effetto ritmico del greco antico con le sue musicalità e le sue cacofonie – di sensibilizzare l’attenzione di tutti , la mia in primis, nell’interpretazione del ruolo di Creonte, lavorando con il coro sofocleo come fosse un alter ego della coscienza e dei dubbi del sovrano di Tebe. Per ricordarci, come molto bene mette in evidenza la Costituzione del nostro Paese, di restare sempre vigili a tutte quelle sfumature del potere, senza mai dimenticare che il potere è gestito da noi uomini e gli uomini, purtroppo, non sono infallibili.

Giovanni Nardoni

BIBLIOGRAFIA:

Antigone di Sofocle – Antigone di Jean Cocteau – Antigone di Bertolt Brecht

La rivendicazione di Antigone (La parentela tra la vita e la morte) di Judith Bluter, Antigone e la filosofia – Testi di Hegel, Kierkegaard, Hölderlin, Heiddeger,, Bultman, a cura di Pietro Montani, Antigone e la philia (Le passioni tra etica e politica) di Francesca Brezzi.

-Velia Cecchini Officine Teatrali-

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Teatro Golden


Via Taranto, 36 – 00182 Roma RM
(Metro A, fermata San Giovanni, Re di Roma)
 

Programmazione


Da novembre 2019 a marzo 2020

 

Info e prenotazioni


ritrattidautore2014@gmail.com
Giovanni +39 339 7744521
Teodoro +39 348 3697298
 

Prezzi biglietti


prezzo unico € 10